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CARO PAPA... VERREMO COL RELIQUIARIO DEL BEATO ROLANDO

Ultime settimane per iscriversi al pellegrinaggio diocesano di ringraziamento (Roma, 9 e 10 settembre)

Caro Papa Francesco, proprio mercoledì 25 giugno hai affermato così: “Nessuno diventa cristiano da sé”.

Sembra un ammonimento, ma è una solenne verità. Per questo il nostro gesto di venire a Roma in settembre per consegnarti il reliquiario del nostro piccolo beato Rolando è ancora più significativo.

Rolando ha avuto le sue radici nella nostra terra, nella sua famiglia, nella sua scuola, nella sua parrocchia, in Seminario, tra i suoi amici: un bambino come tanti.

I suoi luoghi di educazione e formazione sono stati questi, come per tanti di noi. Non è diventato “cristiano da solo”, ma con altri. E con questi ha capito chi era e chi desiderava essere: sacerdote della Chiesa di Cristo.

Lui, giovanissimo seminarista della diocesi di Reggio Emilia, ripeteva: “ Io sono di Gesù!”.

Noi tutti comprendiamo che il suo essere di Gesù, testimoniato fino alla fine, è la sua consegna definitiva e irrevocabile, al Signore, e quindi alla Chiesa.

Carissimo Papa Francesco, mercoledì scorso tu hai continuato così: “Non si fanno cristiani in laboratorio. Il cristiano è parte di un popolo che viene da lontano, appartiene a un popolo che si chiama Chiesa, e questa relazione di Dio con il suo popolo ci precede tutti”. “Se noi crediamo - hai spiegato - è perché altri prima di noi hanno ricevuto la fede e ce l’hanno trasmessa: la fede l’abbiamo ricevuta dai nostri padri, dai nostri antenati”.

“La nostra identità è appartenenza, siamo cristiani perché noi apparteniamo alla Chiesa”.

Cosa dire di meglio?

Noi verremo a Roma, da te, Vicario di Cristo, con questo intento: riconoscere le nostre radici, quelle di Rolando, riconoscere che apparteniamo a Gesù e perciò alla Chiesa.

Ti portiamo un dono prezioso, un segno di fedeltà a Cristo: quel sangue innocente versato per l’appartenenza al Signore, sangue di un piccolo che ha saputo morire pregando e che ha vissuto con gioia e determinazione la sua breve vita di cristiano, dentro la storia di quell’epoca.

Grazie Papa Francesco di accoglierci in questo pellegrinaggio: sia un momento per tutti di pace e riconciliazione perché la relazione con Dio, la santità, ci precede tutti, come dici tu.

Il beato Rolando ci ottenga dal Signore una fede gioiosa e limpida, radicata in Lui.

A presto, Santo Padre.

Fabiana Guerra

Ordo virginum diocesano

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